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Anne Frank

Tipologia
Produzioni
Regia
Matteo Rubagotti
Con
Asnesio Bosnic, Alessandro Calabrese, Pietro Mazzoldi

Descrizione

Spero che ti potrò confidare tutto, come non ho potuto fare con nessuno, e spero che sarai per me un gran sostegno.” …. “Ogni giorno sento che la mia mente matura, che la liberazione si avvicina, che la natura è bella, che la gente attorno a me è buona, che questa avventura è interessante. Perché dunque dovrei disperarmi?

Tre musicisti si lanciano nella temeraria impresa di mettere in scena la tragica vicenda di Anne Frank con il solo ausilio dei loro strumenti (contrabbasso, chitarra, spazzole, vibrafono e oggetti di uso comune) e di un apparato scenico costituito da casse, bauli, rubinetti e catafalchi trafugati alla bisogna durante la loro tournée.
Nell'affrontare la messinscena di un testo, basato su una scrittura originale, che offre spunti di riflessione su tali e tanti temi di rara profondità e difficoltà, la compagnia ha deciso di sfruttare, per quanto possibile, il potere evocativo del teatro, la sua pregnanza ed efficacia nell'evocare il ricordo anche recondito e nell'ispirare l'immaginazione dell'ignoto. In un concerto fantasmagorico che spazia dal tragico al grottesco, con l'ausilio di voci narranti, effetti sonori e visivi, gli spettatori saranno condotti a vivere una realtà abbastanza simile a quella che per lunghi mesi ha affrontato quotidianamente la famiglia Frank, nei suoi aspetti claustrofobici, aberranti, ma anche buffi e ludici, divenuti normali nel clima disperato e grottesco di quegli anni. L’Alloggio Segreto non è descritto o rappresentato, non c’è distanza fra attori e spettatori. Il mondo interiore - ed esteriore - di Anne prenderà vita grazie a coloro che l'ascolteranno e potranno così vedere, attraverso i suoi occhi, uno scorcio della realtà che ha vissuto.
Data la vastità degli argomenti e dei problemi toccati direttamente e indirettamente nel “Diario”, durante il lavoro di costruzione dello spettacolo, la compagnia si è concentrata sulle seguenti tematiche: la percezione della guerra, l'adolescenza (rapporto genitori-figli, il primo amore), la cultura come antidoto alla follia, il potere narrativo ed evocativo della musica.
Lo spettacolo è stato pensato per poter essere realizzato, oltre che su palcoscenico, anche in spazi ristretti o di dimensioni flessibili o che integrino l'area di seduta del pubblico e l'area di recitazione.


Foto di scena di FABRIZIO GUARISCO